Facendo seguito alle linee guida pubblicate dall’ECDC, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, nelle scorse settimane il Centro nazionale sangue ha emanato una circolare per fornire “specifiche raccomandazioni sull’eleggibilità alla donazione di sangue ed emocomponenti dei soggetti con anamnesi positiva per somministrazione di vaccino anti-SARS-CoV-2”.
Come si legge del documento, devono attendere 48 ore prima di donare gli asintomatici vaccinati con virus inattivati oppure con soluzioni che non contengono agenti vivi o vaccini ricombinanti (ad esempio quelli a base di mRNA o sub-unità proteiche). Rientrano in queste categorie tutti i vaccini attualmente disponibili nel nostro Paese: quelli sviluppati da Pfizer-BioNTech, Moderna e Astrazeneca.
Il Cns specifica poi, in via precauzionale, che anche “chi ha sviluppato sintomi dopo la somministrazione del vaccino anti-SARS-CoV-2 può essere accettato alla donazione dopo almeno 7 giorni dalla completa risoluzione dei sintomi. Nelle situazioni nelle quali al donatore sia stato somministrato un vaccino anti-Covid di cui manchino o non si riescano a reperire sufficienti informazioni, i soggetti possono essere accettati alla donazione di sangue ed emocomponenti dopo almeno 4 settimane da ciascun episodio vaccinale”.
Dopo almeno 4 settimane da ciascun episodio vaccinale, invece, possono essere “accettati alla donazione di sangue ed emocomponenti i soggetti che si sono sottoposti a somministrazioni con virus attenuati (come ad esempio quei vaccini che utilizzano la tecnologia del vettore virale o virus vivi attenuati)”.
Infine, i donatori lungamente positivi al test per la ricerca del genoma virale su tampone naso-faringeo possono essere riammessi alla donazione solo a fronte dell’esito negativo del test: nel caso in cui le regioni non abbiano identificato appositi percorsi per garantire la negatività del test in parola, spetterà al servizio trasfusionale prescriverne l’effettuazione ai fini della riammissione del donatore.
Fonta Avis.it